Bari da gustare: i 5 finger food più buoni della Puglia
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8 Agosto 2024Bari da gustare: i 5 finger food più buoni della Puglia
Dopo avervi mostrato alcune delle attrazioni imperdibili nel centro di Bari, vogliamo tentarvi un po’ ed accompagnarvi in un tour tutto da gustare.Camminando lungo le strade del centro di Bari, è impossibile non essere catturati da profumi inebrianti e da veri e propri showcooking a cielo aperto!
Vi è venuto un certo languorino? Se vi state chiedendo cosa stuzzicare per primo, vi consigliamo i 5 finger food più buoni della Puglia da gustare durante il vostro soggiorno a Bari.
Focaccia Barese
Da non confondere con la sua alternativa ligure, la focaccia barese è uno dei cibi più identitari della Puglia.Si tratta di un prodotto da forno generalmente condito con pomodori, origano, olive nere e un filo d’olio. È un cibo semplice ma molto soddisfacente e da una storia antica, quasi leggendaria.
La tradizione vuole che la focaccia sia nata ad Altamura, stesso paese in cui, nel 2001, una filiale di McDonalds chiuse per la concorrenza di un piccolo panificio locale. La scelta dei clienti fu chiara ed inequivocabile: la focaccia barese è meglio del fast food.
Le focacce escono dal forno in ruote alte circa 2cm e vengono consumate generalmente in spicchi dalla crosta croccante. Tradizione vuole che si consumi accompagnata da una birra fresca davanti al mare. Può essere mangiata appena sfornata o ripiena di salumi, formaggi e fantasia.
Sgagliozze
Le sgagliozze sono semplici fette di polenta, generalmente preparata con farina di mais precotta, tagliate a triangoli o rettangoli e poi fritte in abbondante olio bollente fino a doratura.La polenta, per essere utilizzata per le sgagliozze, viene spesso fatta essiccare per alcuni giorni dopo la preparazione, in modo da perdere umidità e garantire una frittura croccante senza disciogliersi.
Da sempre piatto della tradizione popolare barese, oggi le sgagliozze sono considerate un vero e proprio street food. Sono molto apprezzate dai turisti non solo per la loro consistenza croccante all’esterno e dal cuore morbido, ma soprattutto per l’esperienza che regala alle papille gustative.
C’è un filo che lega a doppio nodo le sgagliozze alle vie di Bari, in cui anziane signore friggono ancora a ridosso della strada. A Largo Albicocca (a Bari Vecchia), sotto gli occhi curiosi dei turisti che cercano di carpirne i segreti, le donne baresi preparano sgagliozze per tutti, rilasciando nell’aria amore e felicità.
Taralli
Raccontare cosa siano i taralli, ormai, è del tutto superfluo. Possiamo solo provare a descrivere cosa si provi a mangiare quegli anelli croccanti di pasta dorata: per un pugliese, mordere un tarallo è come tronare a casa, anche se si è lontani 2000 km. Il tarallo è compagnia, amicizia, condivisione, un sorriso di complicità ma, attenzione, creano dipendenza!
Ne sa qualcosa l’attrice di hollywoodiana Olivia Wilde che, dopo aver provato i taralli durante una vacanza in Puglia, non ha potuto fare a meno di gridarlo al mondo (tramite storia IG): “Cosa c’è in questi? – mostrando il tesoro pugliese – Non posso smettere di mangiarli!”.
Si tratta di un alimento semplice, composto da un impasto non lievitato a base di farina di grano duro, acqua o vino bianco, olio extravergine d'oliva e sale. L'impasto viene lavorato a mano o a macchina e poi modellato a forma di anello prima di essere infornato.
Esistono diverse varianti di taralli, che si differenziano per gli ingredienti utilizzati e per il metodo di preparazione. Oltre al gusto classico, esistono anche taralli aromatizzati al finocchio, alle olive, alla pizzaiola ma, non è raro trovare i sapori più disparati nei vari forni e negozi di generi alimentari. Consigliatissimi come spuntino, antipasto, merenda e aperitivo. Insomma, è sempre il momento giusto per un tarallo.
Ne sa qualcosa l’attrice di hollywoodiana Olivia Wilde che, dopo aver provato i taralli durante una vacanza in Puglia, non ha potuto fare a meno di gridarlo al mondo (tramite storia IG): “Cosa c’è in questi? – mostrando il tesoro pugliese – Non posso smettere di mangiarli!”.
Si tratta di un alimento semplice, composto da un impasto non lievitato a base di farina di grano duro, acqua o vino bianco, olio extravergine d'oliva e sale. L'impasto viene lavorato a mano o a macchina e poi modellato a forma di anello prima di essere infornato.
Esistono diverse varianti di taralli, che si differenziano per gli ingredienti utilizzati e per il metodo di preparazione. Oltre al gusto classico, esistono anche taralli aromatizzati al finocchio, alle olive, alla pizzaiola ma, non è raro trovare i sapori più disparati nei vari forni e negozi di generi alimentari. Consigliatissimi come spuntino, antipasto, merenda e aperitivo. Insomma, è sempre il momento giusto per un tarallo.
Popizze (o pettole)
Le popizze, conosciute anche come pettole, sono piccole frittelle sferiche a base di farina, acqua, lievito di birra, sale e olio extravergine d'oliva. L'impasto viene lavorato a mano e poi lasciato lievitare fino al raddoppio del suo volume. La tecnica per porzionare le popizze dalla massa è tramandata di generazione in generazione, la leggenda narra che il segreto sia tutto nel gioco di polso.Le popizze vengono poi fritte in abbondante olio d'oliva caldo fino a doratura, assumendo una consistenza croccante all'esterno e morbida all'interno.
Nel calendario pugliese esiste una data dedicata alle pettole: il 25 novembre. È il giorno di Santa Caterina e in alcune tradizioni si usa riunirsi in casa per friggere montagne di popizze da consumare in famiglia.
Benché sia un cibo prevalentemente salato, la popizza può essere consumata anche impanando le polpette fritte in abbondante zucchero. Non un cibo per deboli di cuore, ma che fai, te ne privi?
Panzerotto fritto
Nessun catering al mondo può dirsi tale senza panzerottini ma, per i baresi, il panzerotto è una religione! Non chiamatelo né pizza fritta né calzone, l’originale barese è solo il Panzerotto (con la P maiuscola). Caldo fuori, lava di sugo e mozzarella dentro, il panzerotto fritto è un vero e proprio simbolo della gastronomia pugliese.La versione classica è con sugo e mozzarella ma non è raro trovare panzerotti gourmet con i ripieni più vari.
Come si mangia il panzerotto fritto? Sicuramente con molta cautela. È un cibo che va consumato rigorosamente caldo e la salsa incandescente potrebbe bruciare il palato o sbrodolare addosso ma, se accetterete la sfida, il premio sarà un momento nel paradiso dei bongustai.
